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Mangimi vegetali in acquacoltura: maggior sostenibilità e vantaggio competitivo

Un interessante articolo pubblicato sul magazine dell’Unione Europea mette in evidenza come i metodi di itticoltura tradizionale siano diventati insostenibili: il mercato chiede infatti a gran voce un’innovazione nel settore basata sull’uso di mangimi alternativi a quelli finora impiegati che diano un apporto bilanciato di nutrienti.
Il problema relativo all’allevamento dei pesci è dovuto alle caratteristiche intrinseche della maggior parte delle specie ittiche allevate in Europa: essendo le stesse per natura carnivore, necessitano dell’assunzione di proteine di origine animale per cui la quasi totalità dei mangimi era basata finora principalmente su farine e oli di pesce ricavati dagli stock selvatici pescati in mare. Le risorse marine però scarseggiano e questa pratica è ormai diventata insostenibile dal punto di vista ambientale ed economico. Il progetto ARRAINA (http://www.arraina.eu/) finanziato dall’Unione Europea attraverso il bando FP7-KBBE ha permesso di studiare mangimi innovativi di derivazione vegetale da impiegare per le cinque specie ittiche più comunemente allevate in Europa (salmone atlantico, trota iridea, spigola europea, orata e carpa comune). Ogni mangime è stato sviluppato sulla base delle esigenze nutrizionali di ciascuna specie ma con livelli inferiori di farina e olio di pesce. Il progetto ha sviluppato marcatori predittivi in grado di valutare gli effetti dei nutrienti sulle specie ittiche e ha stabilito nuovi modi per apportare micronutrienti specifici, riuscendo a ridurre notevolmente i livelli di farina e olio di pesce nei mangimi delle cinque specie studiate senza incidere negativamente sui principali indicatori di prestazioni o sull’utilizzazione dei nutrienti.
È anche stato studiato l’uso della programmazione alimentare per migliorare le diete alternative nelle specie ittiche selezionate. La programmazione alimentare si basa sull’idea che le differenze nell’alimentazione nei periodi fondamentali della crescita siano in grado di programmare lo sviluppo, il metabolismo e la salute futuri di un organismo. Sebbene i risultati di questo progetto abbiano portato a un chiaro vantaggio competitivo per il comparto ittico, risulta evidente come ancora non sia stato possibile eliminare totalmente farine e oli di pesce dall’ingredientistica dei mangimi. Questo obiettivo è invece perseguito dal progetto Ager 4F, che punta a sostituire le proteine animali provenienti dai pesci con quelle di insetto, altamente sostenibili e annoverate tra i “novel food” anche per l’uomo, come da recente direttiva europea.

 

Rif:  http://cordis.europa.eu/result/rcn/166136_en.html

Fonte: Parco Tecnologico Padano