L’acquacoltura è l’allevamento di pesci, molluschi, crostacei e alghe. È una forma di produzione agricola che avviene in acque dolci o salate e sopperisce al forte bisogno di prodotti ittici per l’alimentazione umana in continuo aumento in tutto il mondo e che non può essere soddisfatto unicamente dalla pesca.

 

Come si alleva il pesce?

L’allevamento del pesce può essere estensivo o intensivo. L’acquacoltura estensiva avviene in ambienti acquatici naturali, come le foci a delta di grandi fiumi, nei laghi costieri o nelle lagune. L’allevatore “semina” pesci e molluschi e la loro alimentazione è lasciata all’equilibrio naturale. L'acquacoltura intensiva prevede l’allevamento in vasche o direttamente in mare in apposite aree recintate. La crescita è garantita mediante l’apporto di mangimi adatti alle diverse specie. Branzini, orate e trote sono le principali specie allevate in Italia grazie all’acquacoltura intensiva.

 

L’evoluzione dell’acquacoltura

 

Raddoppiati dal 2000 al 2012 i prodotti ittici allevati per l’alimentazione umana passati da 32,4 a 66,6 milioni di tonnellate
27%
Negli ultimi 10 anni il consumo mondiale dei prodotti ittici è aumentato del 27%
50%
L’acquacoltura fornisce il 50% dei prodotti ittici consumati nel mondo (Eurofish, 2014)
6.5%
I prodotti ittici forniscono il 6,5% delle proteine per l’alimentazione umana (FAO, 2012)
65%
Il 65% dei prodotti ittici consumati in Europa è importato
13%
L’Italia nel 2012 ha fornito il 13% della produzione ittica europea (fonte FAO 2014)
80%
L’80% dei prodotti ittici consumati in Italia è importato

 

Fonte dati: "Piano strategico per l’acquacoltura in Italia 2014-2020"