Il pesce allevato viene alimentato con mangimi a base di farine e olio di pesce, perché la maggior parte delle specie ittiche è carnivora e soddisfa il fabbisogno di proteine mangiando altro pesce. Questo provoca un forte impatto sull’ambiente: le farine e l’olio si ottengono dal pesce pescato, sfruttando sempre di più le risorse marine e sottraendo prodotti ittici al consumo umano, in continua e forte crescita. Da qui la necessità di ridurre l’utilizzo di farine e oli di pesce, come già chiesto nel 2014 dalla FAO, assicurando la sostenibilità ambientale ed economica del pesce allevato e la qualità del prodotto per i consumatori.    

LA RICERCA SCIENTIFICA

Da molti anni si studiano diete che utilizzano farine provenienti da fonti alternative alle proteine del pesce, per alimentare le principali specie ittiche. Il pesce però non reagisce bene a questi cambiamenti nutrizionali: cresce meno e la sua carne è di qualità inferiore. Per questo Ager ha selezionato due progetti di ricerca che, nei tre anni di lavoro, studieranno e metteranno a punto nuovi mangimi.

Non più farine di pesce per nutrire branzino, orata e trota iridea, ma farine di origine vegetale e provenienti da insetti, crostacei e sottoprodotti della macellazione degli avicoli; non più olio di pesce, ma olio ottenuto da micro-alghe. La grande sfida dei ricercatori di 4F - Fine Feed For Fish e di SUSHIN -  SUstainable fiSH feeds INnovative ingredients è di sperimentare nuove diete per identificare il giusto mix tra alimenti di diversa provenienza, in grado di garantire l’ottimale crescita del pesce allevato, il reddito degli acquacoltori, la massima salubrità del prodotto che arriva sulle tavole dei consumatori.