La farina ottenuta del gambero rosso della Louisiana (Procambarus clarkii) è stata identificata come uno dei possibili ingredienti per i mangimi da acquacoltura da testare su specie allevate quali orata e trota iridea.
Diverse sono state le ragioni che hanno determinato la scelta di questo ingrediente:
• il gambero rosso della Louisiana è specie alloctona e invasiva, ormai ampiamente diffusa in molte regioni italiane, inserita nell’elenco delle specie aliene più nocive (Black List, Regolamento di Esecuzione UE 2016/1141);
• l’opportunità di contribuire a ridurre il numero di esemplari di questa specie limitandone l’espansione in zone ad alto valore ambientale attraverso la trasformazione in alimento zootecnico del prodotto eradicato altrimenti destinato alla distruzione;
• l’analisi centesimale della sua farina, ottenuta con una tecnica innovativa di essicazione industriale consente una resa di circa il 20-25% rispetto al peso della materia prima fresca e mantiene inalterate le caratteristiche organolettiche dei gamberi evidenziando caratteristiche promettenti per l’utilizzo come ingrediente nei mangimi destinati alle maggiori specie ittiche di allevamento.
I primi rilevamenti per individuare i siti più idonei per la cattura del gambero rosso della Louisiana sono iniziati nel mese di marzo (2017).
I campionamenti sono proseguiti con cadenza costante nel corso di tutta la primavera, di tutta l’estate e del periodo autunnale dello stesso anno.
I luoghi scelti per il reperimento dei crostacei sono state due aree umide protette della Regione Lazio, comprese entrambe nella convenzione di RAMSAR dal 1971: il Parco Nazionale del Circeo e la Riserva Naturale Regionale Nazzano Tevere-Farfa, lì dove è più importante tutelare le specie autoctone.
I ricercatori dell’IZSAM e del CREA, enti coinvolti nel reperimento e nella caratterizzazione sanitaria e organolettica di questo ingrediente, hanno portato a termine i campionamenti catturando 400 kg di gamberi rossi della Louisiana, corrispondenti a circa 22800 esemplari in appena 5 mesi. Tale quantitativo sarà impiegato per stimare sperimentalmente il valore nutritivo per i pesci della farina ottenuta dalla sua trasformazione e per individuarne i livelli di inclusione più sostenibili nella dieta delle specie target del progetto : trota, spigola e orata.
Parallelamente alle attività di prelievo sono state condotte analisi di tipo sanitario-ispettivo presso l’IZSAM di Teramo e analisi di tipo nutrizionale nei laboratori della sede di Monterotondo del CREA. I risultati di tali analisi hanno mostrato come questo ingrediente innovativo risponda tanto alle esigenze di sicurezza alimentare che a quelle di tipo mangimistico che il progetto SUSHIN prevede.
Qui l'articolo pubblicato sul sito di IZSAM.