Una parte importante del progetto è relativa alla valutazione degli effetti sui pesci - in questo caso la trota - in termini di valore nutritivo. Esiste infatti l'evidenza che diete povere di proteine animali tendono a diminuire il contenuto delle carni in omega-3.
“La pelle di trota – commenta Giuliana Parisi, coordinatrice di questo studio all'Univesità di Firenze – è una fonte preziosa di omega-3: il contenuto medio di omega-3 trovato in essa ammonta al 25% degli acidi grassi totali, a fronte del 15% contenuto nei filetti degli stessi animali. E la cosa più importante è che questa percentuale di omega-3 tende a restare costante nella pelle, a prescindere dalla dieta somministrata agli animali”.
Riferimenti all'articolo pubblicato:
Bruni, L., Husein, Y., Secci, G., Tulli, F., & Paris, G., 2021: Rainbow Trout (Oncorhynchus mykiss) Skin as Potential n-3 Fatty Acid Source. Waste and Biomass Valorization, 2021. https://doi.org/10.1007/ s12649-021-01384-3.
Qui un post pubblicato su Facebook quotidiano "L'Adige".