La qualità degli ingredienti impiegati in acquacoltura è fortemente legata alla loro digeribilità e tollerabilità. L’impiego di mangimi a base vegetale quale alternativa ai mangimi a base di farina di pesce per l’alimentazione di pesci teleostei carnivori può risultare scarsamente digeribile e portare talvolta ad infiammazione a livello dell’apparato digerente dell’animale, con conseguenti ripercussioni sulle performance zootecniche e sul benessere dell’animale. Un forte contributo alla digestione e biotrasformazione dei nutrienti è esplicato dal microbiota intestinale, ovvero la comunità microbica residente nel tratto digerente.
I sottoprodotti della lavorazione pollame (PBM) e la farina di prepupae di Hermetia illucens (HM) sono fonti proteiche alternative promettenti per i mangimi destinati all’acquacoltura, essendo appetibili, nutrienti e/o convenienti, oltre a essere potenzialmente utilizzabili nell’ottica di un’economia circolare. Nell’ambito del progetto SUSHIN sono state testate più formulazioni contenenti farine di PBM ed HM, singolarmente o in miscela, per sostituire parzialmente le fonti proteiche convenzionali, quali farina di pesce e di soia.
Gli ingredienti di origine animale, in particolare marini, quali farine ed oli di pesce, sono sempre meno utilizzati nei mangimi per l’acquacoltura, sostituiti, ormai quasi del tutto nel caso dei salmonidi, da ingredienti di origine vegetale, spesso con effetti negativi sulla crescita, il benessere animale e la pigmentazione delle carni. Quest’ultimo aspetto assume una particolare rilevanza nel caso dei salmonidi, per i quali la colorazione rosa-rossastra dei filetti è un fattore determinante nel guidare le scelte dei consumatori e i prezzi del mercato.
L’acquacoltura, ad oggi, rappresenta uno dei settori della zootecnia in maggiore espansione. La ricerca gioca quindi un ruolo chiave nel promuovere produzione, qualità del prodotto ittico, benessere animale e sostenibilità. In questa direzione l’impiego di tecniche analitiche sempre più sofisticate permette oggi di acquisire informazioni estremamente dettagliate al fine di meglio comprendere le risposte fisiologiche dei pesci allevati.
Il progetto SUSHIN (“SUstainable fiSH feeds INnovative ingredients”) volge al termine ed è tempo di bilanci e soprattutto di proiettarne nel futuro i temi ed i risultati. Sushin non ha prodotto solamente output scientifici e tecnici di rilevanza nazionale ed internazionale ma ha anche rafforzato e favorito l’instaurarsi di strette e proficue collaborazioni scientifiche e umane tra i membri del suo partenariato e non solo. Un ruolo importante nello sviluppo del progetto è stato assunto e svolto dai giovani ricercatori e dagli studenti coinvolti dai partners nelle attività sperimentali, che con entusiasmo e curiosità scientifica hanno saputo coglierne stimoli e opportunità.
di Firenze.