Niente più frodi grazie alle nanoparticelle d’oro
La globalizzazione del settore ittico richiede sistemi di tracciabilità e controllo qualità rapidi ed efficaci per monitorare il percorso del pesce dalle aree di allevamento al punto vendita. I tempi analitici devono essere rapidi in quanto la shelf-life di un prodotto fresco come il pesce è molto breve.
La disponibilità di di tecniche diagnostiche immediate capaci di certificare l’identità di un prodotto alimentare e magari di verificare l’assenza di microorganismi patogeni pericolosi per l’uomo, fornisce agli operatori della filiera un importante strumento per ottemperare agli obblighi di tracciabilità e sicurezza. Vi è tuttavia una crescente richiesta anche da parte di enti pubblici di controllo, associazioni di consumatori, piuttosto che di singoli cittadini che vogliono conoscere e controllare ciò che acquistano e che mangiano. La soluzione si chiama NanoTracer e nasce dalla collaborazione ZooPlant Lab dell’Università di Milano-Bicocca, l’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) e la spin-off FEM2 Ambiente srl. Si tratta di un sistema di identificazione che sfrutta nanoparticelle legate al DNA che cambiano colore in caso di frodi alimentari. Nello specifico si tratta di nanoparticelle d’oro combinate con oligonucleotidi che riconoscono in modo univoco regioni del DNA del pesce target o di eventuali specie che vengono comunemente scambiate con quelle più di pregio.
Quando la sonda di DNA riconosce la regione target si lega a questa e le nanoparticelle si aggregano facendo passare il colore della soluzione da rosso a viola, una variazione visibile perfettamente ad occhio nudo!
Nella versione attuale il sistema necessita ancora di una fase preliminare di amplificazione del DNA che richiede un minimo di manualità analitica e, soprattutto, alcune attrezzature tipiche di un laboratorio di biologia molecolare. Tuttavia, si sta già lavorando alla sua semplificazione operativa al fine di rendere l’approccio ancora più semplice, rapido e soprattutto a portata di consumatore che potrà quindi controllare autonomamente la qualità e la sicurezza di ciò che compra e la serietà del punto vendita.
Fonte: Andrea Galimberti, Università degli STudi di Milano Bicocca