È opinione condivisa che i mangimi utilizzati in acquacoltura potrebbero risultare maggiormente sostenibili se inclusivi di alimenti semplici che originano direttamente dai più bassi livelli trofici. In questo contesto le biomasse essiccate di microalghe e cianobatteri (MACB) hanno un potenziale notevole ma attualmente frenato da disponibilità e prezzi di mercato ancora lontani dall'essere industrialmente ed economicamente percorribili.

Alimenti per l’acquacoltura che guardano sempre più al futuro e alla sostenibilità. Trovare un formulato mangimistico che possa contribuire a uno sviluppo green del settore acquacolturale è il fine ultimo del progetto SUSHIN, che ha recentemente individuato nelle farine di pupe di Hermetia illucens, nei sottoprodotti della lavorazione avicola e nel gambero rosso della Luisiana degli ingredienti interessanti per l’alimentazione dell’orata. I pesci alimentati con diete in cui erano presenti questi ingredienti in sostituzione parziale delle proteine vegetali hanno infatti mostrato una crescita e una qualità nutrizionale equivalente al gruppo di controllo (alimentato con sole proteine vegetali).

Sono stati selezionari i due vincitori del bando emesso dall'Università di Udine nell'ambito del progetto Ager 2 - SUSHIN per l'innovazione nella diete per acquacoltura. Ecco i nomi dei due vincitori per ognuna delle due categorie del bando:
 
- Nuovo progetto di ricerca: dott. Matteo ZARANTONIELLO, dottorando di Ricerca presso l’Università di Ancona, dipartimento di Scienze della vita e dell’ambiente, per il progetto “Zero-waste production of alternative aquafeed ingredients for farmed fish culture".
 
- Tesi di laurea: dott. Francesco CASARANO, laureato in Allevamento e Benessere Animale presso l’Università degli Studi di Udine, per la tesi di laurea magistrale avente titolo "Effetti dell’aggiunta di ingredienti bioattivi in diete a larga base vegetale sulle prestazioni zootecniche e sulla fisiologia intestinale di orata (S. aurata L.)".
 
Qui il Decreto Rettorale completo. La cerimonia di consegna dei premi si svolgerà a Udine il 22 luglio 2021. Complimenti ai due vincitori!

La qualità degli ingredienti impiegati in acquacoltura è fortemente legata alla loro digeribilità e tollerabilità. L’impiego di mangimi a base vegetale quale alternativa ai mangimi a base di farina di pesce per l’alimentazione di pesci teleostei carnivori può risultare scarsamente digeribile e portare talvolta ad infiammazione a livello dell’apparato digerente dell’animale, con conseguenti ripercussioni sulle performance zootecniche e sul benessere dell’animale. Un forte contributo alla digestione e biotrasformazione dei nutrienti è esplicato dal microbiota intestinale, ovvero la comunità microbica residente nel tratto digerente.

Il ruolo delle microalghe in acquacoltura riveste un interesse rilevante per la loro cpacità di tamponare gli effetti negativi della sostituzione delle farine (e degli oli) di pesce nei mangimi. Tuttavia, l’inclusione delle microalghe nei mangimi produce effetti controversi sulle prestazioni zootecniche. 
In Italia il settore dell’acquacultura rappresenta un’eccellenza a livello mondiale, con oltre 800 impianti e un volume annuo di 140 mila tonnellate, contribuendo a circa il 40% della produzione ittica nazionale e al 30% della domanda di prodotti ittici freschi. Le sfide connesse al soddisfacimento del fabbisogno alimentare di una popolazione in continua crescita hanno aperto il dibattito circa l’uso sostenibile delle risorse, gli impatti ambientali, la conservazione della biodiversità e dei servizi ecosistemici.
Con l’intento di valutare in scala produttiva la possibilità di minimizzare l’inclusione di farina di pesce nei mangimi, sono stati condotti studi su orata (Sparus aurata) presso un impianto pilota a ricircolo e un allevamento commerciale in gabbie galleggianti.
Recenti studi hanno dimostrato come sia le farine da sottoprodotti della lavorazione avicola, sia le farine d’insetto, possano essere validi sostituti alla farina di pesce per la formulazione di mangimi per pesci di allevamento.

Nonostante la produzione dell’acquacoltura sia triplicata negli ultimi vent’anni, la produzione di farina di pesce (fishmeal) è diminuita da 6.6 a 4.8 Mt. Questo dato trova la sua spiegazione nell’affermarsi di concentrati proteici vegetali e farine proteiche animali, che forniscono le proteine ​​necessarie nei mangimi per pesci.

E’ noto da un po’ di tempo che alcuni acidi grassi mediano l’attività antivirale sebbene attraverso meccanismi diversi e non sempre noti. In generale le loro proprietà antimicrobiche si concentrano sulle membrane della cellula del microorganismo scatenando contro di essa radicali liberi, formazione di perossidi lipidici citotossici, oppure metaboliti immunomodulatori. Acidi grassi liberi, come acidi oleico, arachidonico e linoleico, hanno in passato dimostrato di poter inattivare l’involucro di herpes virus e virus dell’influenza.